Contro egoismo e cattiveria ricordarsi la parabola del buon samaritano

Giuseppe Ursino

Giuseppe Ursino

Dal Vangelo secondo Luca, 10,25-37.

Il rischio che aumentino cattiveria ed egoismo nella nostra società c’è eccome ed allora voglio ricordare la parabola del buon samaritano nel Vangelo secondo Luca, 10,25-37.
Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?»
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?»
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso.»
E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai.»
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?»
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino. Poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: abbi cura di lui e, ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?»
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui.»
Gesù gli disse: «Va e anche tu fa lo stesso.»

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