Il riconoscimento del merito è una leva strategica per vincere in qualsiasi contesto (sport, azienda, guerra, …) e l’invasione in queste settimane da parte delle forze armate russe dell’Ucraina sono la dimostrazione che, quando la mentalità di un apparato è intrisa di corruzione, appena deve dimostrare sul campo di battaglia il proprio valore, vien fuori che molti generali che prendono le decisioni sono degli incapaci raccomandati o che una parte delle spese in armamenti è finita in tangenti consegnando alle truppe armi e approvvigionamenti scadenti.
Non è difficile immaginare in un contesto così deprecato quanto siano tenute in considerazione regole, merito e trasparenza e quanto perciò possa esser basso l’engagement del personale militare. In altre parole, certi comportamenti sul campo di battaglia sono quindi anche figli di una certa forma mentis che dall’Unione Sovietica si è spostata “sic et simpliciter” alla Federazione Russa (natura non facit saltus).
E comunque per meritocrazia non è che gli apparati pubblici dei paesi europei se la passino molto meglio, se pensiamo che le intelligence europee, che dovrebbero essere la punta di diamante della pubblica amministrazione, fino al giorno prima dell’invasione dell’Ucraina da parte dei russi non hanno creduto allo scoppio del conflitto, dimostrando anche loro che la catena di comando è piena di personale inadeguato che probabilmente sarà finito in quei ruoli di responsabilità per il modo “relazionale” di selezionare la classe dirigente. Anche in questo caso, fin quando non è scoppiata la guerra in Ucraina, la polvere è rimasta sotto il tappeto e adesso con ogni probabilità si farà di tutto per rimuovere dall’immaginario collettivo quell’enorme fallimento dei servizi segreti per continuare ad andar avanti come se nulla fosse accaduto, assecondando la locuzione latina “canis canem non est” (cane non mangia cane).
Meritocrazia e coinvolgimento emotivo per vincere, a maggior ragione in guerra
Giuseppe Ursino
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Giuseppe Ursino
CEO del JO Group, cluster di aziende nato nel 1998 con core business in digital transformation e consulenza su fondi europei
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